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Contatti
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La sagra del Calzone si svolge ad Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari ogni terzo week end di ottobre. Per l’occasione vengono utilizzate le tre piazze centrali del paese ovvero Piazza Vittorio Emanuele, Piazza Giuseppe Garibaldi e Piazza dei Martiri.
Per contatti diretti con l’organizzazione:
PRESIDENTE: Michele Cirielli tel. +39331.82.98.360
e-mail sagradelcalzone@libero.it
seguici su fb: Sagra del Calzone
Indirizzo: Vico Domenico Mastrorocco sn., 70021 Acquaviva delle Fonti.
Dove Siamo
Dove siamo
Acquaviva delle Fonti è una cittadina con una popolazione di circa 22.000 abitanti in provincia di Bari ed ha una superficie di 131,01 Km quadrati. E’ situata in una conca ai piedi della Murgia barese, ad una altitudine di 300 metri sul mare, a circa 30 km da Bari e 65 km da Taranto.
Confina a nord con il comune di Adelfia, a nord-est con Casamassima, ad est con Sammichele di Bari, a sud con Gioia del Colle e Santeramo in Colle, ad ovest con Cassano delle Murge, a nord-ovest con Sannicandro di Bari.
E’ collegata a tutti i comuni confinanti da autolinee pubbliche e private.Il territorio del Comune costituisce un punto di passaggio obbligato per tutto il traffico automobilistico e ferroviario che proviene dall’Italia settentrionale verso il Meridione. E’ infatti attraversato dalla linea Bari-Taranto delle Ferrovie dello Stato, dall’autostrada A14 con l’uscita di Acquaviva che serve i comuni di Sannicandro, Grumo, Cassano, Sammichele, Rutigliano, Casamassima, Conversano, Castellana Grotte, Putignano e i relativi itinerari turistici della Valle d’Itria.
Le sue origini non sono certe. Alcuni studiosi le fanno risalire intorno al IV / V secolo a.C. nella zona di Salentino, a pochi chilometri dall’attuale abitato, su un’altura che domina una fertilissima zona pianeggiante. Probabilmente una maggiore fertilità delle terre più a valle, la ricchezza di acque sorgive che scorrevano nel sottosuolo a pochi metri dalla superficie, o qualche devastazione furono le cause che indussero gli abitanti di Salentino a spostarsi verso l’attuale centro urbano.
Fin dall’età più remota, fu una fiorente città della penisola: il suo nome risulta tra le sedi episcopali dei primi tempi della Chiesa. Durante il Medio Evo fu distrutta dai barbari e gli abitanti superstiti errarono nei dintorni trovando precariamente ricovero in deserti abituri, finché l’imperatore Ludovico II non liberò queste contrade dalle scorrerie dei Longobardi e dei Saraceni.
L’attuale Acquaviva sorge sui resti degli antichi villaggi di Malano, Ventauro, San Pietro, San Marco, Sant’Angelo e Salentino.
La fertilità delle terre, la presenza di acqua nel sottosuolo, il clima temperato, permisero che Acquaviva si sviluppasse molto rapidamente e molto più degli altri insediamenti della zona e, la presenza delle ricche falde acquifere, nei secoli successivi portò a far aggiugere, al nome Acquaviva, la dicitura «delle Fonti».
Dell’acqua sorgiva sotterranea presente nelle falde, è stato fatto in passato grosso uso per scopi agricoli. Un macchinario denominato noria, nel dialetto locale indicato come la ngegn, permetteva di portare alla superficie l’acqua in quantità tale da essere usato a scopo irriguo. La noria consisteva in un sistema ad ingranaggi dentati, azionato da un animale (generalmente asino o mulo) che veniva fatto girare in circolo in continuazione, dopo che gli erano stati applicati dei paraocchi che toglievano loro la visuale e impedivano che si rendessero conto del movimento circolare. Questo movimento faceva girare una grossa ruota in ferro posta sul pozzo cui erano legati dei secchi che in questa maniera portavano in superficie acqua a ciclo continuo. L’acqua si riversava quindi in grosse vasche di raccolta denominate pal’mmint da cui poi, attraverso una serie di canaletti, arrivava alle culture, generalmente verdure ed ortaggi, grossa risorsa economica per il paese.
La cipolla
INIZIATIVE CIPOLLA DOP
Nell’ottica della difesa e della valorizzazione dei prodotti agro-alimentari locali, l’Amministrazione comunale acquavivese vuole cercare di creare, approfondire e difendere una vera e propria cultura della cipolla rossa di Acquaviva, denominata “le cipodde de Acquavive”.
In particolare si propone di far conoscere meglio la cipolla di Acquaviva, la sua storia, la sua cultura, le sue caratteristiche e le sue utilizzazioni con particolare riferimento al campo della gastronomia.
E’ passato il tempo in cui ” mangiar pane e cipolla” era sinonimo di povertà.
Recentemente, l’Amministrazione comunale locale ha realizzato un primo convegno sulla cipolla per promuovere lo studio delle caratteristiche chimico – fisiche di questo pregiato prodotto, da utilizzare in vista della stesura di un disciplinare di produzione della “cipolla di Acquaviva” per ottenere il marchio a garanzia di qualità di prodotto “a Denominazione di Origine Controllata o Protetta”.
Con l’utilizzo di una sorta di “risonanza magnetica” applicata al prodotto si possono individuare le caratteristiche chimiche che permettono l’individuazione non solo del prodotto “cipolla di Acquaviva”, ma addirittura l’area di coltivazione.
Questo metodo anche se non ufficiale ci consente comunque di identificare il prodotto coltivato sul nostro territorio.
Le qualità della cipolla di Acquaviva sono note non solo in Puglia, ma in tutta Italia. Il Paese di Acquaviva delle Fonti, infatti, da sempre e famosa ovunque per essere “il paese delle cipolle e delle bande musicali”.
La cipolla di Acquaviva, allevata in terreni di medio impasto tendenti a limosi, ben drenati ed aerati, sufficientemente profondi e con microclima prevalentemente mite, ha caratteristiche strutturali proprie. Ha radici fascicolate, foglie cilindriche, bulbi rotondeggianti e schiacciati ai poli. Le squame o tuniche che formano il bulbo sono concentriche, bianche, internamente violacee, carnose e succulente, di odore e sapore forte, aventi funzioni protettive, sottili, papiracee di colore variabile dal rossastro al ramato. Della parte edule, il bulbo, si consumano le squame crude o cotte.
PROPRIETA’
Esse contengono un olio etereo, sali di acidi organici, zuccheri ad azione lassativa ed una sostanza capace di stimolare l’attività renale dopo aver subito l’azione svolta da particolari enzimi presenti nel bulbo. Solo che questi enzimi sono termolabili, vengono cioè distrutti dal calore, per cui l’azione diuretica della cipolla si può esprimere soltanto consumandola cruda.
Oltre a proprietà diuretiche, la cipolla possiede anche azione antiscorbutica, antidiabete e vermifuga. Tonifica vene ed arterie, e coadiuvante nelle cure a base di cortisone, e ricca di ferro che mantiene ad un giusto livello i globuli rossi del sangue.
Tra gli elementi nutritivi è fondamentale il potassio che agisce sulla resa unitaria e mantiene inalterato nel tempo il colore delle squame.
I nostri terreni, essendo abbondantemente forniti di questo elemento, costituiscono il substrato pedologico ideale per la loro crescita.
Per puntare sulla qualità, piuttosto che sulla quantità del prodotto e necessario tenere i campi sempre puliti da erbe infestanti; pertanto, le sarchiature e le scerbature dovranno essere compiute frequentemente.Cose che i nostri attenti agricoltori ben sanno per centenaria esperienza agronomica.
Il Calzone
La ricetta
Per l’impasto: farina,olio, sale.
Per il ripieno: cipolla d’Acquaviva, ricotta forte (akuànde), uova, formaggio pecorino.
Preparazione: affettare finemente la cipolla e farla cuocere a fuoco lento con olio e sale in un tegame con coperchio fino a totale assorbimento dell’acqua. Far raffreddare la cipolla cotta ed aggiungere la ricotta forte, uova e pecorino mescolando il tutto sino ad ottenere un impasto omogeneo. Versare la farina a fontana e mettere al centro l’olio ed un bicchiere di acqua tiepida. Lavorate gli ingredienti ed impastate per 15 minuti circa. Dividere l’impasto in due parti e stenderle. Ungere una teglia con un po’ d’olio e foderarla con l’impasto tagliando le parti in eccesso. Versare all’interno il composto e livellarlo. Tirare la seconda parte di impasto e utilizzatela per coprire il tutto. Per ultimo pizzicate bene i bordi. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa un’ora.
Il Presidente
Continua la tradizione
Michele Cirielli nato ad Acquaviva delle Fonti il 23 Agosto 1963, frequenta le scuole elementari e medie a Bari per poi trasferirsi ad Acquaviva delle Fonti. A di 17 anni si iscrive al concorso per Allievi Sottufficiali dell’Eserecito Italiano e il 7 Gennaio 1981 si arruola volontario presso la Scuola Allievi Sottufficiali con sede in Viterbo. Successivamente viene trasferito a Bologna per il corso di specializzazione da infermiere professionale, al termine del quale consegue il grado di sergente. Trasferitosi a Maddaloni (CE) frequenta il corso per la specializzazione di Contabile.
Conseguita tale specializzazione viene comandato a Palermo presso l’ufficio Amministrazione per circa un mese e prende il brevetto di Contabile Specializzato.
Rientrato in sede a Maddaloni viene trasferito definitivamente al Battaglione Alpini “Gemona” con sede in Tarvisio (UD).
Giunto a Tarvisio riveste l’incarico di Sottufficiale addetto agli automezzi, sottufficiale addetto al Plotone R.R. e sottufficiale addetto ai Carburanti.
Trascorre quattro anni e mezzo a Tarvisio e presenta domanda per l’inserimento nell’impiego civile dell’Esercito.
Il 30 Marzo del 1987 viene inquadrato con la qualifica di Contatore di Valori nell’impiego civile del Ministero della Difesa presso la Caserma Magrone con sede in Bari.
Nel 1996, con il fratello Arturo, in occasione della 25^ edizione eredita il testimone per l’organizzazione della Sagra del Calzone e riveste l’incarico di Amministratore Delegato.
Nel 1997 si iscrive all’Associazione Bocciofila Acquaviva e riveste l’incarico di Direttore tecnico. Nel 1998 diventa campione Provinciale di società in qualità di tecnico e giocatore e nello stesso anno viene eletto Presidente Provinciale del Comitato Provinciale di Bari della Federazione Italiana Bocce. Nell’arco della sua Presidenza durata circa 10 anni, oltre a diversi piazzamenti in gare provinciali e regionali, raggiunge traguardi che a Bari non erano stati mai raggiunti portando titoli quali: Campionessa Nazionale Categoria Ragazze, Campioni Nazionali nella Categoria Allievi, e raggiungendo un pregevole terzo posto alla coppa Italia categoria Ragazzi.
Nel 2004 in occasione del Galà dello Sport, riceve il Diploma di Benemerenza dal presidente del Coni Prof. Mario del Console per la meritoria attività svolta nel quadriennio 2001 – 2004. Nel contempo il Sindaco di Acquaviva delle Fonti Dott. Francesco Pistilli e l’Amministrazione Comunale di Acquaviva delle Fonti consegnano una targa ricordo con la seguente dicitura:
“GALA’ DELLO SPORT – CONI, al Presidente della Federazione Italiana Bocce Comitato Provinciale di Bari Sig. Michele Cirielli il Sindaco e l’Amministrazione Comunale di Acquaviva in occasione del conferimento delle benemerenze sportive del Coni quadriennio 2001 – 2004, intendono esternare il proprio plauso per il grande impegno da Lei profuso ed il senso di sportività e di lealtà che La contraddistinguono”.
Nel 2008 assume la Presidenza della Sagra del Calzone ed ancora oggi ne riveste l’incarico portando la famosa manifestazione, il quale vanta il primato di essere una delle Sagre più antiche d’Italia, a livelli internazionali.
Il 28 Marzo 2015 riassume l’incarico di presidente del Comitato Provinciale FIB Bari.
Il Comitato
Michele Cirielli
Vito Liguigli
Enzo Buonviso
Giovanni Pietroforte
Anna Ciriellli
Pasquale Cirielli
Oronzo Pietroforte
L’ideatore
Per chi non lo ha conosciuto
Nato ad Acquaviva delle Fonti il 25 Aprile 1932, conosciuto con il soprannome di Cicerone, Sottufficiale dell’Esercito Italiano, venne a mancare il 20 Novembre 2003.
Iniziò la sua avventura organizzando per la prima volta, nel lontano 1971, questa meravigliosa sagra che oggi risulta essere tra le più antiche d’Italia. Alla 25^ edizione lasciò l’organizzazione della stessa ai figli Arturo e Michele che sin dall’età di 8 anni collaborarono con il papà alla raccolta dei fondi (questua) per le vie del paese affinchè riuscisse nel migliore dei modi la realizzazione della manifestazione..
Dopo tanti sacrifici, l’Amministrazione Comunale, governata, in quel periodo, dal Sindaco Dott. Francesco Pistilli, riconobbe l’impegno profuso per la valorizzazione dei prodotti tipici locali, ed in particolare quelli enogastronomici che rappresentavano una parte sostanziale dello sviluppo socio economico. Il Sindaco espresse il suo più vivo ringraziamento, alla famiglia CIRIELLI, per la collaborazione fattiva ed importante che tanto plauso ottenne dalla cittadinanza, contribuendo positivamente ad elevare l’immagine della città. In sintonia con questo, la stessa Amministrazione volle, con delibera n ° 17 del 05 Febbraio 2004 istituzionalizzare la “SAGRA DEL CALZONE”.
Dopo aver collaborato per lunghi anni, Giuseppe Cirielli, ricoprì l’incarico di Presidente del Comitato Feste Patronali Antica Deputazione e si attivò nell’organizzare i festeggiamenti della Santa Protettrice di Acquaviva delle Fonti Maia SS. di Costantinopoli.
Attento osservatore di concerti bandistici, fu stretto collaboratore prima e Presidente dopo, del concerto bandistico città di Acquaviva.
Amante del calcio e tifoso juventino ricoprì anche la carica di presidente dell’A.S.C. Acquaviva.
Al carissimo Peppino Cicerone il nostro più vivo ringraziamento per tutto quello che ha saputo fare e dare per il nostro Paese.
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La Storia
Erano gli anni ’70, quando il vento della contestazione aveva travolto costumi, abitudini e tradizioni. Anche la festa patronale di Acquaviva non era stata risparmiata e si trascinava stancamente: la solita illuminazione, le solite bande, le solite giostre, il solito paesaggio.
Una noia mortale.
Il mercoledì, poi, la ”fatuaria”, era andata peggio di tutte: una banda sconosciuta (della città di Bisceglie) trovata all’ultimo momento, aveva segnato l’apice e la cittadinanza borbottava che la festa patronale sembrava destinata al fallimento.
Peppino Cirielli, detto “Cicerone”, quella sera “acciucato”(ubriaco) ben bene, aveva contestato vivacemente i brani di operette eseguite dalla banda semiclandestina che il Comitato Feste Patronali aveva ingaggiato per quella ”fautaria”, parendogli un delitto che un banda suonasse brani di operetta… e poi in che modo! E se n’era andato brontolando ad alta voce, come era sua abitudine, prendendosela con l’intero Comitato Feste (Antica Deputazione) così privo di idee e di iniziative vivaci, capaci soli di deludere un intero Paese.
Accanto a lui due amici, altrettanto ”acciucati” col generoso vino della cantina di ”B-Llin”, solidali con Peppino: Michele Ruscigno, detto ”M-nghette” e Peppino Lerario detto ”U Scàrpare”.
Ecco cosa si dissero:
Chessà fèst ormà no mmàle cchiù!- brontolò Peppino.
Sine Cicerone: jè arrasciòne. Non è cchiù com ‘ai fieste de na volde.-gli fece eco Michele.
Hic! iere mmègghie la festa de Sangrespine – farfugliò Lerario.
(Traduzione)
Questa festa ormai non vale più nulla! brontolò Peppino
Si Cicerone:hai ragione. Non è più come la festa di una volta.-gli fece eco Michele.
(Singhiozzando) Era meglio la festa di San Crispino – farfugliò Lenario.
La festa di San Crispino era l’ omaggio dei numerosi calzolai di Acquaviva al loro protettore: una festa modesta che cadeva il 25 ottobre di ogni anno e si limitava ad alcuni giochi in piazza, un giro di ”bassa musica” per il paese, un fuoco d’artificio.
Ma l’idea lanciata, da Peppino Lerario fu raccolta immediatamente dagli altri due amici che decisero di ritrovarsi l’indomani per organizzare di nuovo i festeggiamenti in onore del santo protettore degli ”scarpari”, (Calzolai).
L’indomani, passati i segni dell’alcool, i tre si ritrovarono e si chiesero cosa si potessero ”inventare”, per dare alla festa di San Crispino una nuova importanza così da costringere tutta la città a parteciparvi.
E furono aiutati dalla fervida fantasia di un vigile urbano, Giacinto Laforenza, che disse saggiamente: A Sammichele c’è la sagra della ”zampina”, a Gioia il ”bocconcino”, a Mola c’è quella del ”polpo”, perchè non facciamo conoscere ai ”collitte”(contadini) ed agli “artiire”(artigiani) di tutto il mondo la nostra meravigliosa ”Cipolla Rossa”?
La Forenza accese un lampo di genio nella mente di ”Cicerone”.
E perchè non addirittura ”U Calzon de cepodde e recotte asckuande”(Calzone di cipolla e di ricotta forte) e magari un bel bicchiere di vino primitivo ”tuest”(tosto) e qualche spiedo di agnellone alla brace accompagnato da qualche “ghimeridde”.
Detto fatto.
E’ nata cosi, questa eccezionale Sagra gastronomica, culturale e folclorìstica.
I tre amici chiamarono a raccolta i calzolai e quel 25 Ottobre del 1971 partì per non fermarsi mai più la SAGRA DEL CALZONE.
Una sagra imperdibile per chi ama i sapori di un tempo: per tutto il terzo fine settimana di ottobre questo bel borgo pugliese (Acquaviva delle Fonti) si anima di una grande folla di visitatori pronti ad affrontare memorabili scorpacciate di calzone di cipolla e ricotta forte, di salsicce ed agnellone alla brace, il tutto accompagnato da un rosso Primitivo capace di risvegliare gli animi. Non mancano il puro divertimento con musica, balli e giochi.
Un appuntamento che si rinnova ormai dal lontano 1971 non solo con lo squisito calzone ripieno di cipolle stufate nell’olio d’oliva, ma con le tradizioni, i prodotti agroalimentari e le antiche ricette gastronomiche tipiche locali.
Nel 1997 il Cav. Giuseppe Cirielli, gli organizzatori, il Sindaco, ed alcune massaie furono tutti invitati al programma televisivo VERDE MATTINA per illustrare la preparazione del Calzone e di come si svolgeva la Sagra.
Dopo 32 anni di faticoso lavoro, arrivò un primo riconoscimento dall’Amministrazione Comunale governata dal Dott. Francesco Pistilli, il quale, con verbale di delibera n ° 17 del 05 Febbraio 2004 istituzionalizza la “SAGRA DEL CALZONE” promotrice ad Acquaviva delle Fonti di cultura dei prodotti tipici del Paese.